[ ] La storia dellinterpretazione strumentale scarlattiana degli ultimi centocinquantanni è una storia complessa e accidentata, ricca di sviluppi, evoluzioni, sorprendenti svolte, inattesi ritorni, bruschi cambi di direzione. Fra la fine dellOttocento e linizio del Novecento la produzione sonatistica di Scarlatti non solo si è imposta definitivamente nei due differenti domini della didattica e del concertismo, ma si è anche rivelata sotto il profilo interpretativo nella sua irriducibile complessità. A poco a poco, inoltrandosi nel XX secolo, si sono manifestate notevoli divergenze e financo dispute fra interpretazioni di differente orientamento storico-stilistico, anche (ma non solo) in merito alla scelta dello strumento: il pianoforte o il clavicembalo, anzitutto, ma anche il fortepiano e, per alcuni casi isolati, lorgano e il clavicordo (e per le sole Sonate melo-bass anche il violino, la viola damore, il mandolino). (M.Moiraghi)